0.jpg1.jpg2.jpg3.jpg4.jpg

Comunicati

Audentes fortuna iuvat

 

Audentes fortuna iuvat

 

Prot. 036/14

 

Da quanto siamo disposti a giocarci oggi, dipende il futuro di Enav, del Trasporto Aereo e della stessa società nella quale viviamo.

Servire il proprio Paese è un onore e se questo significa garantire la sicurezza di chi vola, c’è da esserne più che orgogliosi.

Lo sanno bene e contano su di noi un pò tutti; solo che non appena ci permettiamo di dissentire ci accusano a cuor leggero di “fare barricate” in difesa di presunti privilegi, mentendo spudoratamente e creando una sorta di gogna mediatica.

Il Presidente del Consiglio ha più volte ribadito, con veemenza, che non si piegherà al ricatto dello sciopero e il Ministro Lupi, di rimando, dichiara di non tollerare gli stessi, sebbene siano entrambi aperti al dialogo. Nel mentre si “scelgono gli interlocutori”, senza neanche sforzarsi di comprendere le ragioni del dissenso : vanno avanti … ma dove vanno ?

Il Paese deve fare i conti con un’Europa “ragionieristica” che sta divorando le sovranità nazionali, guidandoci in una marcia a ritroso, verso il livello di economia post bellica.

In una società narcisistica e ormai povera di valori, nella quale sei un idiota se non hai almeno un tatuaggio in bella mostra per non parlare poi di altri aspetti,    questo è un fatto grave, in quanto dimostra di aver perso mordente rispetto ad un crescente segnale di impotente rassegnazione di massa.

Di contro il mondo del lavoro sembra aver perso ogni consapevolezza della propria storia, colma di lotte e conquiste sociali accompagnate dal sacro fuoco della passione politica che ha contrassegnato lo sviluppo del Paese.

Alcuni sostengono (potrebbe essere un’idea) che per venir fuori da questa situazione ci sia una sola strada : scomporre definitivamente il vecchio, organizzando per future “rivendicazioni” il nuovo.

Noi riteniamo che la crescente disaffezione nei confronti del ruolo centrale del sindacato, derivi dal fatto che si è persa ogni consapevolezza di se e della propria storia e delle tradizioni che hanno consentito questi anni di sviluppo.

Il rischio è quello di scivolare, inconsapevolmente, in un trasformismo di facciata non in grado di rimuovere quella sensazione di frustrazione e rassegnazione per la quale siamo destinati ad un appiattimento.

Un vecchio detto recita : << Meglio un asino vivo che un dottore morto >>. Noi ci permettiamo di trasformarlo in : meglio un “piccolo” sindacato con un’anima orgogliosa delle sue tradizioni e non solo, che una grande “ammucchiata” modello contratto di settore.

Non essere in grado di suscitare passione aggregativa può essere considerato un limite, ma essere vivi e combattivi, avere un orizzonte di riferimento, con chiari obiettivi e linee guida, unitamente a quella capacità di trasformare tutto questo in azioni politiche, penetrando nel cuore del sistema dell’attuale scenario, è già tanto.

La tecnica di reazione ad un nostro sciopero è sempre la stessa e la conosciamo bene : << … Questi in un momento di crisi si permettono di rivendicare diritti, bla … bla … bla … >>.

Questa classe dirigente si deve mettere in testa che non tutti sono disponibili ad “inchinarsi ad una politica corrosiva” del Paese e del sistema democratico; le folle oceaniche delle quali si avvalgono, sono effimere così come insegna la storia … basti pensare al famoso balcone … di piazza Venezia.

Vi chiediamo se vi sembri giusto che professionisti del T.A. seri e capaci, lavoratori lodevoli per impegno ed abnegazione, debbano finire alla gogna a causa del continuo “pressappochismo” della gestione anche di questo settore, dovuta solo ad una “leggerezza” politica quantomeno incautamente colpevole anche nelle scelte della classe dirigente.

In uno stato di diritto il conto va presentato a chi si è reso “reo nell’aver vituperato una grande risorsa” italiana …

L’assurdo è che per non “punire” se stessi vogliono farci credere che i diritti sono privilegi, scaricando al contempo solo su di noi, la colpa del “loro grande inganno” nei confronti del Paese …

 

Roma, 12 Settembre 2014

Il Segretario Generale

F.A.T.A. CISAL

Corinna Daddio