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Comunicati

Il brigante ... intrigante

Prot. 008/16

 

Il brigante … intrigante

 

Sin dal Medioevo la nostra penisola era battuta da briganti in cerca di bottino.

 

Oggi, nei cosiddetti tempi moderni tutto questo non c’è più, ci siamo globalizzati e pertanto siamo tutti sottomessi alla cinica legge del mercato libero che non guarda in faccia nessuno e puntualmente colpisce i più deboli.

 

Prendiamo come esempio quanto riportato dal quotidiano Il Giornale del 7 Febbraio scorso, nell’articolo “Le privatizzazioni – fregatura che fanno fuggire i capitali” che troverete per intero all’interno della nostra rassegna stampa.

Nell’articolo in questione si parla dell’aumento di capitale della Saipem, preceduto dalla vendita del 12,5% del capitale da parte di Eni alla Cassa Depositi e Prestiti : << … Fino a due anni fa Saipem capitalizzava intorno ai 2 miliardi. Prima dell’avvio dell’aumento di capitale da 3,5 miliardi lanciato il 25 Gennaio, le Saipem si erano ridotte in Borsa ad 1,85 miliardi di capitalizzazione, circa la metà dei quali nelle mani del mercato. Ebbene, alla chiusura della negoziazione dei diritti di opzione di venerdì, il valore si è ridotto a 331 milioni di Euro. In due settimane è sfumato l’82%. … >>.

 

Se quanto riportato in questo articolo corrisponde a realtà è inutile spiegarvi chi pagherà il conto anche nella ipo Enav?

 

Facendo una mera ipotesi che ovviamente riguarda il nostro mondo, quello Enav, la capitalizzazione in Borsa della stessa ad oggi  si aggira su un valore nominale di 1,2 miliardi, dai quali vanno sottratti i “famosi” 180 milioni e pertanto il rimanente 49% da immettere sul mercato è di circa 500 milioni.

Ipotizziamo che l’operazione vada a buon fine così come paventano, successivamente al collocamento  è facile anche prevedere (così come sta già avvenendo in Borsa per altri titoli appena quotati come Poste) la possibilità di ritrovarci davanti ad una perdita di valore della Società Enav e delle relative azioni … Questo significa che l’investitore oltre a perdere quello che ipotizzava di guadagnare, laddove dovesse vendere, avrebbe certamente una perdita sul capitale investito. Quindi l’investitore pretenderà “giustamente” un abbattimento dei costi di gestione per recuperare … Ovvero quasi sempre si finisce a tagli di personale e di servizi … E, qualora contestualmente siano in corso esposizioni bancarie, queste ultime certamente chiederanno ulteriori garanzie che di norma sfociano in aumenti di capitale … comprese quelle azioni varie ed eventuali a lungo promesse ai dipendenti.

Una cosa è certa : quando nacque l’assistenza al volo civile, il regime era chiamato Cost Recovery in quanto l’obbiettivo principale era la sicurezza; ora che siamo SpA i nostri investimenti dovrebbero essere principalmente incardinati ( e speriamo che lo siano …) all’evoluzione tecnologica ed agli standard professionali dei dipendenti.

Da domani ci sarà una spesa in più : il guadagno degli investitori che si aggiunge, in caso di utili, all’obbligo di restituire alle Compagnie Aeree gran parte degli stessi attraverso corrispondenti riduzioni delle tariffe  ( come già ampiamente descritto in più occasioni).

Possibile che questo ragionamento abbia portato gli altri paesi a guardarsi bene dal fare una scelta quale la nostra?

Noi da profani della materia comprendiamo due cose :

-       in casi di perdita di valore come Saipem, il “bottino” è del mercato, soggetto astratto e non identificabile;

-       nel caso nostro, di Enav, potremmo ritrovarci nella perdita di professionalità faticosamente e costosamente costruite, per non parlare della chiusura di quegli aeroporti chiamati “Impianti a Basso Traffico” che rappresentano solo un centro di costo per il mercato; ma che restano baluardi di solidarietà e di sviluppo di intere aree del nostro Paese, per garantire il vero “oro nero” dell’Italia, ovvero il turismo.

 

Positivo il ruolo pubblico di Enav  per la sicurezza della Navigazione Aerea, giusto che si valutino anche a livello parlamentare norme europee che interessino la sicurezza ( vedi nostra Rassegna Stampa sulla materia), ma   non meriterebbero forse un maggior approfondimento e ragionamento a più livelli, così come abbiamo già più volte ribadito, tenuto conto dei “buchi neri” e giuste domande che molti pongono rispetto alla Ipo?

 

Il 28 Gennaio all’interno di un nostro comunicato relativo all’ultima azione di sciopero abbiamo ribadito la centralità di Enav nella dinamica del T.A. del nostro Paese, rivolgendoci ad un piccolo nucleo che ha condiviso le ragioni della nostra battaglia, abbiamo parlato di opportunità, di occasioni che continueremo a costruire e allora vi lasciamo con la frase di Demostene che recita così : << Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità.>>…

 

P.S. A conferma delle nostre preoccupazioni, apprendiamo in questo momento che c’è un ripensamento momentaneo per quanto riguarda la privatizzazione di Ferrovie ed Enav, a fronte del deficitario andamento borsistico. Sembra che vogliano studiare modalità alternative …

Pensate cosa sarebbe accaduto qualora fossimo già stati quotati in borsa.

 

 

     Roma, 12 Febbraio 2016

 

 

 

La Segreteria Nazionale Federale

F.A.T.A. CISAL

 

Il Segretario Generale

F.A.T.A. CISAL

Corinna Daddio