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Riceviamo e pubblichiamo :

Pubblicato Venerdì, 23 Marzo 2018 18:23
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Prot 010 /18

 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo :

 

 

… Sono un dipendente Enav impiegato sul Centro di Controllo di Brindisi, molto amareggiato alla luce di questo “audace” Piano Industriale che prevederà una “semplificazione organizzativa e di una  struttura e procedure più agili” …

Nel migliore dei casi un processo di mobilità forzosa verso nuove mete ignorando, al di là dell’impatto organizzativo e tecnologico, il dramma emotivo di coloro che pur di portare avanti l’obiettivo di migliori condizioni di vita per se stesso, per la propria famiglia ed i propri figli, hanno fatto la scelta coraggiosa di cambiare città, allontanarsi dagli affetti per lavorare : un’opportunità unica, consapevoli di dover salutare persone e contesti noti a fronte di un’occasione considerevole, capace non solo di favorirti economicamente ma soprattutto capace, seppur faticosamente, di offrirti l’opportunità di conoscere posti e persone ancora migliori!

Non sono qui a fare la mia autobiografia, la mia come quella di tanti altri colleghi comunque, ma per porre attenzione al “piano di riordino” che l’Azienda per la quale lavoro ha deciso di adottare nel prossimo futuro, ovvero ha deciso che attuerà da qui a quattro anni un “nuovo modello organizzativo con struttura e procedura più agili” che sostanzialmente è teso a chiudere uno dei centri di controllo attualmente operativi come quello di Brindisi, accorpando e centralizzando l’attività degli ACC di Brindisi e Padova su due “super centri”, fuori dal buon senso a mia opinione e soprattutto inaccettabile sia sotto il profilo logico e pratico che morale.

Pertanto, per chi non è addetto ai lavori di Enav SpA sono a fare un quadro molto sintetico e riepilogativo dell’attuale struttura organizzativa e quindi a porre delle domande che ritengo doverose.

L'odierna organizzazione, con l’intero traffico aereo che interessa o sorvola l’Italia suddiviso sui 4 ACC, garantisce un valore di sicurezza molto alto (Software Assurance Level: 4), restituendo un comprovato accettabilissimo livello di sostenibilità del rischio sia sull'affidabilità dei siti che sulla associata tecnologia. 

Gli alti costi sostenuti in passato per addivenire ad un altissimo livello di sostenibilità SWAL (security, safety; ridondanza radio/radar, elettrica, sistemistica e logistica) sono stati negli anni ammortizzati. 

L’ipotizzato spostamento degli ACC, con relativo accorpamento, dovrebbe invece prevedere nuove spese, nuovi investimenti in sistemi operativi, di backup e di ridondanza che, oltre ai costi diretti, dovrebbero prevedere un surplus elevatissimo per aumentare l'odierna sostenibilità dal livello attuale (SWAL=4 esaustivo del backup fornito dalla soluzione distribuita sui 4 ACC) ad un livello ben più elevato (SWAL=3) per una soluzione a 2 soli ACC. 

Per meglio spiegare: se oggi ai 9 eventi importanti (blackout verificatisi su Roma, su Milano e su Padova, negli ultimi anni) si è  sopperito con il concorso degli altri 3 ACC e ciò ha consentito di “accontentarsi” di un (seppur costoso) SWAL 4, c’è da chiedersi se un domani, con due soli ACC stante il ridotto e geograficamente limitato concorso del solo restante ACC,  non servirà un costosissimo SWAL 3, peraltro tutto da ammortizzare?

A chi ha fatto questo “ardito” Piano Industriale vorrei chiedere :

a quanto ammonta realmente, al netto di quanto detto, l’ipotetico risparmio derivante dall’accorpamento di Brindisi su Roma?


Il management di ENAV ha dimostrato negli anni di adottare scelte poco efficaci e spesso antitetiche con le proprie decisioni già adottate in precedenza, con tutto il conseguente aggravio di costi.

Tale “schizofrenia manageriale e finanziaria si può apprezzare” già solo valutando gli spostamenti di spazi aerei, uomini e tecnologie operati negli ultimi anni:

 -nel 2004 si decide di spostare alcuni spazi aerei di Brindisi ACC (Settore SW) da Brindisi a Roma con gli inevitabili disagi e costi;

- nel 2005 si decide di spostare parte di Milano ACC (settori alti) da Milano a Roma, con tutte le conseguenze operative e di costi;

- nel 2014 si decide di ri-spostare i precedenti settori alti da Roma a Milano, con un ancor più pesante impatto operativo e di costi;

- nel 2018 si decide di restituire parte del Settore SW da Roma a Brindisi;

- ora, dopo aver più volte “confuso” le scelte ed essere tornati sulle proprie decisioni, il tutto sulla pelle dei lavoratori, nuovamente ci dicono che, si dovrà procedere ad uno stravolgimento, stavolta anche più rischioso oltre che improduttivo, sempre in una ipotetica ottica di “semplificazione ed agilità”.

È da considerarsi un valido Business Continuity Plan quello finora adottato?

In tutta questa “dissociazione gestionale” viene da chiedersi ancora :

siamo sicuri non sia la solita operazione finanziaria per far figurare, quali investimenti attivi, illogiche operazioni di rimescolamento? Quanto costerà questo upgrading di SWAL?  Si sono valutati i rischi?


Inoltre sarà forse utile capire, quanto costa e quanto produce oggi Brindisi con 1/3 dei numeri di Roma?

Quanto invece si risparmierà da un accorpamento di Brindisi su Roma?  Vale la spesa per l'impresa? 


Per mera informazione, segnalo che l'edificio che oggi  ospita l'ACC di Brindisi  è di proprietà ENAV e gestisce 15 settori, potendone ospitare fino a 20/25.  Alcuni di questi settori sono stati destinati allo sviluppo e all’integrazione di nuovi progetti e nuove tecnologie, intelligentemente avviati su un impianto piccolo e flessibile, prima che su un ACC mastodontico. 

Cosa ne sarà di tale progetto? Si è valutato il danno derivante anche su questo settore di innovazione e sperimentazione?

C’è spazio su Roma per ospitare i suddetti 25 settori?  Oppure sarà necessario procedere all’acquisto di ulteriori spazi aziendali?

È vantaggioso optare per un luogo dove l'edilizia abitativa ha costi altissimi, piuttosto che per un luogo dove questo costo è bassissimo? Peraltro in un contesto di security, quello brindisino blindato all’interno del sedime aeroportuale, ben più protetto di quello romano … E con quali soldi?

L’autofinanziamento di cui si parla, non sarà forse un’ altra modalità per coinvolgere i soliti istituti bancari ?

Qual è l’attuale situazione debitoria di ENAV?

E’ consigliabile  fare un piano di investimenti per 650 milioni, in un momento nel quale si può benissimo continuare a sfruttare gli attuali e previsti trend di crescita del traffico?


Da una prima analisi, seppur embrionale, non sembrerebbe che Enav preferisca più un Cost Benefit Analysys senza alcun Business Continuity Plan, con il solo fine di spendere un po' di soldi in investimenti, per poi  lasciare tutti nel malcontento sociale, con anni di conflittualità sindacale e disagi per tutti?

 

Nel 2019 decadrà il Ceo di Enav ed il CDA avvalorerebbe un siffatto piano industriale forse per scopi ben diversi e lontani da quello che si prefigge mediaticamente, dando ahimè priorità ad una gestione più finanziaria con oltremodo scarse comunicazioni di finance agli  investitori e azionisti, non trovate?

 

Ben consapevole che questo nuovo Governo formalmente non si è ancora insediato, auspichiamo prenda a cuore il problema di ENAV SpA, l’Assistenza al Volo italiana, il Trasporto Aereo del nostro Paese, coscienti a maggior ragione che il personale, coinvolto in questa “deportazione” forzosa, sta attraversando un grave conflitto psicofisico che certamente è considerevole, tanto che mi chiedo e ci chiediamo : con quale serenità i lavoratori coinvolti saranno brillanti per sostenere carichi di lavoro fortunatamente sempre crescenti?...

 

Questa organizzazione ha ritenuto doveroso dare voce a chi opportunamente si pone degli interrogativi importanti sia per la nostra Azienda, sia per la vita di ogni singolo lavoratore e del suo futuro.

Non pensiate di poter stare sereni …

Ad maiora!

 

Roma, 23 Marzo 2018

La Segreteria Nazionale Federale

F.A.T.A. CISAL

 

Il Segretario Generale

F.A.T.A. CISAL

Corinna Daddio