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Comunicati

"Il silenzio delle idee ..."

 

“Il silenzio delle idee …”

 

Prot. 010/14

 

Nell’era del progresso economico e scientifico, una domanda sorge spontanea:

perchè il mondo del lavoro sta tornando indietro?

La dannazione storica, fatta di abusi e discriminazioni ed il continuo drenaggio del potere di acquisto e dei diritti fondamentali faticosamente raggiunti, certifica questa preoccupante regressione.

 

“Una classe dirigente inadeguata, inconcludente e rissosa” sta stroncando anche la speranza nel futuro … neanche la tazza di thè ( 10 mld /80 E mese) “offerta” dall’attuale governo, ci fa cambiare idea, anzi in essa leggiamo solo una manovra elettorale.

Se a questo aggiungi le politiche comunitarie che si muovono su modelli di sviluppo finalizzati a favorire le nuove emergenti baronie del nord Europa, a danno del nostro sistema paese … appare chiaro che la situazione ha oltrepassato i limiti, andando ben oltre la soglia dell’indignazione …

 

La risposta del “sindacato tradizionale a tutto questo, è racchiusa in un ping-pong (promozionale) camuffato da spessore intellettuale, attraverso un dotto esercizio fonetico e lessicale, al quale risponde una classe politica con un quantità industriale di parole colme di banalità e raccontate in libertà ….” 

La risposta ai venti, sempre più di tramontana, di privatizzazione di Enav e degli altri asset industriali, è racchiusa in un comunicato unitario dei soliti “dotti colleghi”, i quali ritengono che nell’interesse di coloro che rappresentano sia meglio “accompagnare” questi processi più che combatterli; e che coloro che li avversano hanno una posizione di retroguardia…

 

Chiedete ai vostri colleghi di Alitalia dove sono stati “accompagnati”e a coloro che lavoravano in FS, o meglio ancora a quelle masse di ex …

metalmeccanici che lavoravano nelle nostre ormai dimesse acciaierie, dove li hanno portati …

… E pensare che tutti loro erano un vanto per il nostro paese.

Ora purtroppo aleggiano come fantasmi e qualcuno di loro, “addirittura ancora” esodato!

Per ciò che concerne noi del F.A.T.A. affermiamo, senza tema di poter essere fraintesi e non avendo finalità inespresse o peggio messaggi subliminali da inviare ad alcuno, con parole chiare e semplici:

 no alla privatizzazione di Enav e quanto altro!

 

Il peso specifico di questa affermazione non è da ricercare in una guerra ideologica che non ci appartiene, ma nella straordinaria aderenza all’attualità, in quanto parole ed azione sono eventi paralleli ed inscindibili per un cammino da fare insieme, con umiltà e soprattutto al servizio del bene comune.

Il nostro senso di responsabilità, per noi del F.A.T.A., impone di non nasconderci dietro i nostri dubbi o debolezze, delle quali non ci vergognamo affatto, anzi con la consapevolezza di svolgere un ruolo insidioso e delicato, e con la nostra assoluta normalità abbiamo l’ambizione di ribaltare questo egoismo sempre più dilagante nella nostra società.

 

Colleghi, anche le persone “normali ed imperfette” quali siamo, possono essere chiamate a misurarsi con coraggio contro le dilaganti angherie che si nascondono dietro la parola crisi, voluta da pochi a danno di molti.

Riportare al centro del dibattito economico/speculativo, l’essere umano quale risorsa cardine attorno alla quale deve muoversi l’economia, questo si che si può configurare in un atteggiamento riformista e progressista …

Siamo convinti che la vera ricchezza risieda in una società solidale, capace di risolvere i problemi che caratterizzano l’impervio cammino dell’umanità, attraverso azioni positive mai tese alla discriminazione.

 

Il valore non negoziabile è la dignità di un popolo.

L’odierna e crescente rovina, in larga parte, è anche figlia della nostra rassegnazione : basta! E’ necessario fare i conti con la realtà e smetterla con i nostri presunti alibi; nessuno di noi può professarsi innocente …

Siamo in prossimità di scelte decisive …

Dipende da noi permettere o non permettere che il T. A. italiano diventi il fanalino di coda del T.A. dei paesi tecnologicamente avanzati …

 

P.S. - Mi si permetta una breve riflessione  : una società che ha bisogno di una legge per non discriminare un cittadino per sesso, colore della pelle e altro, è una società che non ha futuro.

Ritengo che l’essere umano debba essere valutato per quello che è capace di esprimere e di dare a favore della collettività.

Pertanto qualsiasi legge sia finalizzata alla parità di genere o antirazziale è nei fatti un’autodenuncia dei limiti culturali della società stessa che la promulga … E non mi si venga a dire che è un male necessario … in quanto chi afferma questo è lui stesso un male …

Scusate ma su certe cose non si può tacere, altrimenti si rischia di essere complici …

 

 

Roma, 13.03.2014

 

Il Segretario Generale

C. Daddio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Segretario Generale

                                                                                                      C. Daddio