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Comunicati

"Prove tecniche di diritto"

Prot. 010/16

 

“Prove tecniche di diritto”

 

In questi giorni la discussione sulle “coppie arcobaleno” la fa da padrone e anche se siamo certi che in un paese civile occorre trovare le giuste misure affinché i diritti di tutti siano salvaguardati, il ritornello è sempre lo stesso : << L’Europa ce lo chiede … >>.

La stessa Europa però non ha dimostrato altrettanta dialettica rispetto la contrazione dei diritti dei lavoratori attraverso il Jobs Act, anzi l’ha plaudito …

Mentre l’Inghilterra è “sull’orlo di una crisi di nervi”, rispetto alle continue ingerenze dell’Europa e pensa seriamente di uscirne, noi di contro ci siamo “adeguati” sia per quanto riguarda la politica economica sia per quanto concerne i livelli di democrazia : parametri che ormai non appartengono più alla natura del nostro Paese.

Infatti assistiamo ad una contrazione concreta delle capacità della nostra economia di rispondere alle esigenze del Paese e dei livelli di democrazia. Tutto questo viene oscurato da una “politica di proclami” che enfatizza risultati che solamente lei sa leggere (esempio : 750.000 nuovi contratti di lavoro Jobs Act, omettendo di dire che contestualmente 600.000 persone hanno perso il posto di lavoro …).

Chi tutela i diritti di coloro che non hanno più un posto di lavoro?

Siete certi che un nuovo occupato Jobs Act ha le stesse prerogative di un lavoratore assunto a tempo indeterminato, “vecchio stile”?

E chiediamo ancora se siano sufficienti le garanzie di un lavoratore indeterminato Jobs Act nel momento in cui dovesse chiedere l’accensione di un mutuo?

In  questo  quadro si colloca anche il T.A. che notoriamente risente dell’economia del proprio  paese : se osserviamo quanto accaduto ad Alitalia Cai, Wind Jet e Meridiana e la grande crisi economica che investe anche gli altri vettori, ci rendiamo conto che già questo mina alla base dei livelli occupazionali, alle condizioni di lavoro ed ai livelli salariali. Per non parlare dei Gestori Aeroportuali sempre più in difficoltà e degli Handlers Nazionali sempre più coinvolti in “gare di appalto a ribasso” …

Nel mentre DE COLLA sempre più la volontà di portare a piazza Affari il 49% di Enav S.p.A., della serie : << VENDERE, VENDERE, VENDERE QUALE UNICO MODELLO ECONOMICO PER USCIRE DALLA CRISI ! >>.

Per  assurdo  anche la famiglia Benetton è di questa opinione, sembra si accinga a mettere in vendita quote riguardanti gli scali romani di Fiumicino e Ciampino e parte di quota di Autostrade per l’Italia …

A questo punto ci chiediamo : ma non sarà che anche loro  iniziano ad avere dubbi sul futuro di questo Paese e quindi tendono a capitalizzare, per mettersi in tasca il benessere certo?

Sicuro è che, se ci guardiamo attorno, tutto l’occidente è in crisi : chi era indietro (Corno d’Africa) è attraversato da venti di guerra che di fatto determinano una importante retrocessione; le civiltà emergenti, di cui tanto hanno parlato, cominciano anche loro a mostrare il fiatone … Pertanto, non sarà che siamo in presenza di un sistema economico obsoleto è quindi da riformare?

Non vi sembra che solo 66 persone, detentrici del 50% della ricchezza mondiale, rappresentino e certifichino una stortura del sistema economico attuale?

Bisogna ripartire dallo Stato : facendo un piccolo esempio su Enav, diciamo che se oggi è possibile garantire i servizi di assistenza al volo, in tutti gli aeroporti italiani, è grazie ad un principio di “solidarietà aziendale” che consente a questo paese di fronteggiare la discrepanza economica tra un aeroporto ed un altro, attraverso i ricavi delle eccellenze. Sembra un assurdo, ma tutto questo ci consente, quale Sistema Italia, di avere avamposti di civiltà e di sostenibilità economica in tutte le nostre regioni, comprese quelle in difficoltà.

Del resto la nostra economia trae impulso con certezza dal turismo, lo stesso che ad oggi dimostra, attraverso le statistiche, che andiamo ben oltre i 2 milioni di occupati …

Pensate anche solo per un attimo Enav al di fuori di un sistema virtuoso ed inserita in una logica di business : si vedrebbe costretta ad abbandonare l’erogazione dei servizi in numerosi aeroporti che oggi gestisce e quindi, quale sarebbe l’impatto sull’indotto e consequenzialmente sul turismo?

E’ facile ipotizzare un’importante perdita di livelli occupazionali …

Che prezzo dovrebbe pagare il Paese, ancora una volta, per queste scelte?

300/400 milioni ricavati dalla vendita del 49% di Enav sarebbero veramente sufficienti a fronteggiare i soli costi sociali di questa operazione?

Con prudenza , reputiamo che i consigli ai quali il nostro Paese è indotto a perseguire,  siano tali da farci retrocedere di almeno un secolo …

Non sarà che ci siano probabili “interessi” da parte del potere economico per il “dominio” del Mediterraneo, interessi certamente non italiani ma per coloro che vogliono sfruttare il nostro posizionamento, inteso nel più ampio senso della parola?

Per far quadrare i conti ci chiediamo perché non si pensi alla vendita dei “Palazzi del potere” con tutti i “loro contenuti”, piuttosto che quanto faticosamente costruito e conquistato anche sulla pelle nostra, in appena 100 anni di storia?

Basta utilizzare lo Stato quale mero soddisfacimento di “esigenze maniacali appartenenti alla Finanza”!

Si parla di corruzione a più livelli come male da estirpare, ma l’Italia purtroppo sembra sempre in prima fila : pensiamo piuttosto  a bloccare le “unioni dei corrotti” e diamo lavoro a quanti hanno già perso il posto di lavoro, a quanti lo stanno perdendo e quanti lo perderanno domani e pensiamo ai giovani.

 

Nella prossima comunicazione daremo ulteriori chiarimenti ed informazioni in ordine alla specifica questione Enav.

 

 

 

Roma, 23 Febbraio 2016

 

 

 

La Segreteria Nazionale Federale

F.A.T.A. CISAL

 

Il Segretario Generale

F.A.T.A. CISAL

Corinna Daddio