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Comunicati

"1 Maggio : cronaca di una vita distrutta ..."

Prot. 033/13

 

Comunicato ai lavoratori : “ 1 Maggio : cronaca di una vita distrutta … ”

 

Il primo Maggio è la Festa del Lavoro.

Nel calendario cattolico è la festa di S. Giuseppe Artigiano : falegname, lavoratore.

Evitiamo passaggi storici, ormai dimenticati, e “limitiamoci” a guardare in faccia la realtà.

E’ consuetudine fare gli auguri nel rispetto delle feste, di ogni festa che si consideri, ma

permetteteci di rivolgerci a quanti oggi un lavoro non lo hanno più …

a quanti oggi non ci sono più … proprio per un lavoro. Ci riferiamo alle cosiddette “morti

bianche” ma soprattutto, con una maggiora attenzione, alla memoria di tutti quegli uomini e

donne, lavoratori e lavoratrici che hanno “preferito” togliersi la vita …

In realtà uccisi da una politica, da un governo troppo preso in autocelebrazioni e spinte

individuali, colpevole di essere sordo ai bisogni di un popolo che si è dimenticati essere

POPOLO SOVRANO!

 

Ci chiediamo : “ Ma cosa festeggeremo il prossimo 1 Maggio ?”

 

La nostra Costituzione all’articolo 1 recita : “ L’Italia è una Repubblica democratica,

fondata sul lavoro.”.

Sulla democrazia abbiamo speso già molte parole e comunque mai abbastanza in questo

momento di decadimento; ma oggi ( per essere attuali ) vogliamo soffermarci a riflettere

sulla parola “LAVORO” e le cause / effetto che da questa condizione possono scaturire

oppure no.

Il Lavoro è un principio fondante nella vita di ognuno di noi.

E’ quanto ci permette il sostentamento e proprio in virtù di questo, si fa di tutto : si

emigra, si cambia nazione, città e vita.

 

Ci permettiamo una digressione, ricordando quanti ogni giorno, ormai, perdono la vita

perché annientati nella persona e nello spirito … annientati da quel senso di impotenza che

è consequenziale alla perdita del posto di lavoro : perdita di quell’unica certezza che nella

vita ti permette di essere indipendente ed autonomo, affrancandoti dalla famiglia e

conquistando quell’autostima che cresce dentro ognuno di noi, giorno dopo giorno,

rendendoci capaci di essere imprenditori di noi stessi.

Essere un lavoratore o una lavoratrice.

 

Purtroppo tanto è vero quanto asseriamo che questi lavoratori, che arrivano a togliersi la

vita perché distrutti da una politica autoreferenziale  e non vicina ai problemi del popolo,

occupano ormai solo poche righe all’interno dei quotidiani, troppo presi a raccontarci

come i “migliori magazine di gossip”, le “eclatanti gesta” di questa purtroppo “nostra” politica

che non ci rispecchia in alcun modo.

 

Lavoratori che uccidendosi sono consapevoli di portare via con sé stessi gli aggravi ed i

debiti ( talvolta), divenuti talmente enormi da sembrare / essere dei mostri dai quali

necessariamente occorre scappare.

E la colpa è solo di una politica disincantata ed inconcludente, incapace di portare avanti

scelte autonome : dove partiti e dirigenti, governi e parlamentari sono chiamati a

rispondere di questi crimini in quanto colpevoli di gravi omissioni ed irresponsabilità,

perpetuate nel tempo, come lo stesso Presidente di questa nostra Repubblica ha inteso denunciare

nel discorso di “insediamento”.

 

Come si può arrivare a tutto questo?

 

Come si può arrivare all’aver dilapidato anni di conquiste democratiche, anni di lotte, anni

di crescita economica per arrivare a toccare il fondo così come mai nella storia, in virtù di

imperdonabili vizi e sordità da loro perpetuate?

 

A nostra opinione il 1 Maggio 2013 dovrebbe essere il “Giorno della Memoria” per tutti quei

nostri colleghi che non possono più far ascoltare la loro voce che grida : “ VIVA

L’ITALIA, VIVA LA DEMOCRAZIA, VIVA IL LAVORO !”.

 

Non un giorno per fare festa o baldoria, approfittando di concerti gratuiti come

semplice pretesto per poter dire “io c’ero …”, ignorando, dimenticando

vergognosamente chi non potrà esserci, per aver lottato attraverso la morte per la

conquista di un lavoro.

Una morte, che seppur sottaciuta per volere dei “grandi” che dovrebbero rappresentarci, è

uno strumento di crescita per un Paese che ormai sta perdendo tutti quei valori e quei

principi fondanti, motivo di forza ed orgoglio per chi oggi contesta ogni “potere forte”.

Questo dovrebbe incoraggiare quanti, magari proprio in questo momento, hanno il capo

chino, sono piegati e si sentono sfiniti, sfiduciati ed incapaci nei confronti di chi fa parte

della loro vita.

 

A tutti noi l’augurio di essere capaci e coraggiosi nell’osteggiare quei “potentati” che altro

non sono se non esseri indolenti, parassiti e soprattutto incuranti della dignità di ognuno di

noi !!

 

 

 

 

Roma, 26.04.2013

 

Cisal AV      ---------------------------------------------------------- S.A.C.T.A.

Il Segretario Nazionale -------------------------------------------- La Presidente

L. Robustelli  --------------------------------------------------------  C. Daddio