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Comunicati

"La dieta vegetariana ..."

Prot. 041/13

 

Premessa :

 

nell’ultimo decennio siamo stati sottoposti ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”

attraverso convegni, meetings, assemblee nelle quali si raccontava di “mirabili

riunioni” avvenute a  livello Nazionale ed Internazionale e su quanto fosse bello e

grande il Cielo Unico Europeo …

Ci hanno “riempito la testa” di sigle, acronimi “fantasiosi e stimolanti”; ci hanno

raccontato che l’effetto di tutto questo fermento ci avrebbe traghettati verso i

tranquilli lidi del Contratto di Categoria Europeo all’interno del quale, i nostri diritti

avrebbero sicuramente trovato la giusta soddisfazione assieme a quelle aspettative

economiche, mai risolte nei nostri contratti.

E se tutto questo non vi sembra abbastanza, abbiamo altresì messo a disposizione di

questo grande progetto, il fior fiore dei nostri professionisti (alcuni di loro

addirittura cooptati successivamente dall’Azienda) e ulteriori risorse economiche,

cedendo anche pezzi di “autogestione / sovranità” Nazionale …

“Il tutto, a loro dire, ispirato a logiche economiche globalizzanti , il cui fine primario

era la sicurezza del sistema”. 

Oggi riscontriamo che molteplici Paesi hanno cominciato a “scalciare” rispetto ad un

progetto di “liberalizzazione spinta” che, al di là delle possibili conseguenze che

andrebbero ad intersecarsi con la sicurezza, queste comporterebbero certamente una

rivisitazione “dimagrante” sui livelli occupazionali; ed i “cantori” della bellezza di

questo progetto, solo dopo l’iniziativa francese e tedesca, hanno dato grandissima

testimonianza di solidarietà scrivendo una “ letterina” al neo Ministro dei

Trasporti, il quale dovrà adoperarsi per “mettere una toppa all’ennesimo volo

Pindarico”, figlio di un passato … come del resto, forse qualcuno ne ha memoria,

già accaduto relativamente all’ Area del Nord Est.

 

Comunicato ai lavoratori :

“La dieta vegetariana è un valido contributo … ma non è la soluzione …”

 

La globalizzazione : un mondo economico aperto alla competizione sui mercati, una  competizione “selvaggia” e senza regole che non ha alcun riguardo della coesione sociale.

La situazione è drammatica : sia dal punto di vista economico che occupazionale, l’Unione Europea è in crisi, non solo sul piano economico ma soprattutto sul piano politico / decisionale : il progetto unificante rischia il deragliamento.

La chiusura di siti produttivi è quotidiana ed i relativi interventi “assistenziali” non sono certamente la soluzione, anzi “rappresentano una vera umiliazione / mortificazione” per i lavoratori coinvolti.

La delocalizzazione che sposta la nostra produzione verso altri Paesi, dove il costo del lavoro è “più contenuto”, sta distruggendo la nostra democrazia e dimostra ancora una volta che è necessario mettere le briglie alla logica del mercato aperto, indiscriminatamente anche verso Paesi che giocano con regole sicuramente molto diverse dalle nostre.

Il costo del lavoro non è composto solo dalle retribuzioni : qui i governi ed i sindacati “hanno obbligo” di fare chiarezza, in quanto la soluzione non risiede nella rivisitazione della politica contrattuale dei Paesi “socialmente evoluti”, ma occorre “convincere / costringere” a fare prevenzione sul lavoro, anche ai Paesi emergenti.

La non soluzione di questi problemi e le mancate risposte della politica e del sindacato stanno allontanando gli elettori dal voto ed i lavoratori dal sindacato … Crediamo fortemente che questo sia un elemento di preoccupazione per la nostra democrazia.

La politica e il sindacato sono partecipazione, di questo bisogna convincersene e l’azione non si esaurisce nella scelta del rappresentante, ma la si esercita all’interno degli stessi organismi al fine di riportarli in quel ruolo di aggregazione e formazione del comune sentire, oggi troppo spesso in balia “dell’informazione” di parte.

Il sentimento di sfiducia che serpeggia, sempre più, nei luoghi di lavoro, ha provocato ( e continuerà a provocare) l’allontanamento dal sindacato, soprattutto da parte dei giovani, disperdendo quel potenziale critico e di indignazione, elemento essenziale per evitare la sclerotizzazione del sistema e delle sue rappresentanze.

La mancata partecipazione apparentemente rappresenta una forma di protesta, ma se la si guarda più a fondo è essa stessa una chiara forma di partecipazione addirittura più radicale, in quanto consente a chi non merita la fiducia, di continuare imperterrito nella sua “devastante” opera.

Nella nostra Azienda, nell’ultimo decennio, il dato dei non sindacalizzati indica a chiare lettere che il “movimento maggioritario” è quello dei non iscritti … la conseguenza è che sindacati minoritari, che si spacciano per maggioranza (permettendosi anche di sottoscrivere accordi tesi ad escludere altre minoranze) hanno in mano il tuo destino …

L’errore probabilmente sta nel fatto che si tende a fare “di tutta l’erba un solo fascio” …

Il mondo del lavoro deve ripartire dal pragmatismo (Giolittiano), troppo spesso sacrificato sull’altare di scelte “politiche / utopistiche”.

C’è bisogno di liberare quelle energie “autopropulsive”; il nostro Paese ha necessità urgente di valide infrastrutture, di nuove tecnologie, di piani di formazione e di valorizzazione delle professionalità : iniziative da intraprendere in tutti i settori produttivi.

Solo sprigionando questa straordinaria energia, ponendo al centro l’uomo e la produttività, si può riconvertire “l’economia virtuale” in economia reale … Ovviamente non dimenticando la priorità di liberarsi dalle tante forme di corruzione e di spreco di danaro pubblico

Non è obsoleto il nostro sistema democratico, ma sono certamente superati quegli uomini (furbetti) che stanno capitalizzando la nostra sfiducia.

Conosciamo tutti i “nostri polli o meglio i nostri galli” : dopo un decennio di battibecchi, di polemiche, di anticipazioni di soluzioni miracolose, di programmi faraonici … il risultato equivale solo ad una sonora presa in giro …

La dieta ad oggi è toccata solo ai lavoratori.

Pertanto riteniamo sia giunto il momento di mettere “loro, proprio i “nostri polli o meglio i nostri galli”, a dieta, al fine di ridimensionare la loro ingombrante opulenza”.

 

Roma, 19.06.2013

 

Cisal AV      ---------------------------------------------------------- S.A.C.T.A.

Il Segretario Nazionale -------------------------------------------- La Presidente

L. Robustelli  --------------------------------------------------------  C. Daddio