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"Le cattive azioni ..."
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- Pubblicato Martedì, 12 Novembre 2013 14:03
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F.A.T.A. – CISAL
Federazione Autonoma Trasporto Aereo
Via C. Lorenzini 11 00137 Roma
Tel / Fax 06.823689
“Le cattive azioni sopravvivono a chi le fa …”
Prot. 002/13
La depressione che sta vivendo il trasporto aereo italiano è figlia delle “cattive azioni” messe in campo da anni, dai “soloni” della politica e da svariati altri soggetti che si “sono spacciati per imprenditori o peggio per pregiati manager”.
In molti, compreso il “S”indacato, hanno visto questo settore come una mucca da mungere, senza accorgersi che grazie alla “competitività” questa era sempre più sfruttata e deperita.
Oggi questa “mucca” ha bisogno di una profonda cura ricostituente, ma prima di portare foraggio fresco, quell’ambiente va ripulito.
Ma per parlare in un linguaggio più appropriato è necessario prendere atto che Alitalia era ed è il trasporto aereo italiano.
Dal fallimento di questa impresa, a prescindere quello che ci “raccontano”, derivano gli attuali guai del settore : piano aeroporti, contrazione industriale di riferimento, abbandono di alcune infrastrutture, difficoltà diffuse delle società di gestione, etc. etc. .
La soluzione è quella di ricentralizzare il sistema industriale.
Questa nostra posizione è stata letta da qualche lavoratore come “demagogica” : bisogna intendersi su quale sia il vero significato di “demagogico” …
Non è forse demagogico il percorso che si sta delineando davanti ai nostri occhi !? …
Non sono forse demagogiche tutte queste “soluzioni” che ci sta “propinando” il potere economico e politico ?
E ancora, non è forse demagogico il solo pensare che la soluzione dei guai del T.A. risieda nella ghettizzazione della maggior parte degli aeroporti e nella perdita della “sovranità del nostro cielo” ?
Tutto questo, a nostra opinione, purtroppo è sostanza che diventa demagogica nel momento in cui vogliono farci vedere in questo la soluzione dei problemi.
Sono solo “eco – balle”, visto che il nostro suolo è già “ricco” di sostanze tossiche occultate, liberiamoci almeno di questo pericolo.
Qualcuno probabilmente confida in una risposta politica per tutto questo … Noi prendiamo atto che al momento la politica “è impegnata” in tre grandi filoni :
- “i voti che il professore di Firenze dà, all’interno del suo partito, ai malcapitati concorrenti la segreteria”;
- “il grillo parlante … E’ simpatico e fa ridere a crepapelle, fino alle lacrime” … Purtroppo sono proprio loro quelle che restano;
- “l’ornitologo che cerca disperatamente di creare le condizioni per un rapporto incestuoso tra falchi e colombe” .
Nel mentre il paese va … Dove, non si sa.
Il grande Alberatone (Sordi) al grido << … Lavoratori! …>> faceva seguire il gesto dell’ombrello …
Da lui lo si poteva accettare in quanto nella parodia si celava una sottile e sostanziale denuncia / protesta … Ma da questi certamente no! Bisogna rispedirlo al mittente …
Cosa c’è di demagogico nel rendersi conto che c’è la necessità di FARE SISTEMA e di riconquistare la dinamicità e la
sovranità del nostro paese ? …
Il nostro tempo è segnato sempre più da analisi sofisticate, da parte di “politici, opinionisti, manager, sindacalisti e non per ultimo da economisti” : ore ed ore di trasmissione che ci lasciano nella testa, nel migliore dei casi, quella sensazione di confusione e di un fallimento generale senza appello, caratterizzato da un immobilismo amministrativo non più tollerabile …
Ultimo idioma in voga “ Cupio dissolvi” … Tanto per non farci capire il reale stato delle cose.
Assistiamo frastornati a dotte requisitorie, a dissensi, a prese di distanza che spesso si trasformano in paradossali giravolte o in proposte di acrobatiche soluzioni, figlie di una involuzione intellettuale generale.
La politica è l’arte del possibile e proprio per questo ormai è chiaro che il declino di questa classe dirigente (divenuta tale per grazia
ricevuta … ) è storia nota.
La situazione non ci consente più di fare “melina”, meno che mai avere riserve mentali : bisogna costruire una nuova “RIVOLUZIONE SOCIALE ED INDUSTRIALE” da subito.
La nostra posizione non deriva da un mero fatto dialettico bensì dalla registrazione di un sentimento sempre più diffuso e raccolto tra i lavoratori e la gente comune i quali non solo vogliono capire, ma vogliono ancor di più cominciare a contare di più.
Da tutto questo viene fuori la necessità di un sindacalismo libero e soprattutto moderno e portatore di idee e non sclerotizzato in una bieca e ottusa opposizione.
Mettiamo tutti insieme la parola fine a soggetti e comportamenti capaci di repentini trasformismi che hanno come fine il riciclarsi attraverso furbeschi trasversalismi : non si può continuare a dare spazio alle “solite consorterie” …
L’unica cosa che ci sostiene è la consapevolezza che è giunta l’ora del fare …
Le parole scivolano senza spostare di una virgola l’attuale stato delle cose.
Roma, 12.11.2013
Il Segretario Generale
C. Daddio